Metti una cascina nella campagna piacentina, a metà strada fra le provenienze di Benedetta e Matilde. Metti una giornata di ottobre baciata dal sole, prima delle grandi piogge sull'Emilia. Metti un paio di incontri davanti a qualche birra e patatine, un incontro fortuito, un suggerimento - il tutto a ritroso, per arrivare qui, all'11 ottobre, a celebrare qualcosa di bello e magico. Ci sono le cimici alle finestre che non disturbano, ogni tanto qualche bottiglia viene stappata durante le preparazioni; loro, a pochi metri di distanza l'una dall'altra, ognuna delle due a mostrare (o a cercare di non) l'emozione che cresce di minuto in minuto. È quasi il tramonto quando si raggiungono all'altare, accompagnate dalle mamme che sorridono, sorridono tanto, e così sarà da qui in poi. Invitate ed invitati ridono e poi piangono seguendo il ritmo dei discorsi che parlano di Benedetta e Matilde, del loro amore, del loro passato e del loro futuro insieme; lo scambio degli anelli forgiati da loro, ogni dettaglio non è a caso, né i fiori né ogni singola parola che decidono di dedicarsi durante lo scambio delle promesse. Da lì il buio ci accompagna veloce verso l'aperitivo, la cena chiama, si canta e si balla già in questa sala così piena di vita che scambia le energie fra tutte le persone presenti. Al momento della festa, fuori, l'aria fresca di questo autunno aiuta a ballare più forte, non ci si ferma, si ride ancora di più, è una Festa con la EFFE MAIUSCOLA e sembra che non ci si voglia fermare mai. Benedetta e Matilde, finalmente moglie e moglie, si sciolgono in un primo ballo che ci stende per la sua dolcezza. La giornata finisce, me ne vado sull'onda della loro gioia, me ne vado mentre la musica sta ancora suonando alta e cantando la felicità di queste due ragazze che hanno unito famiglie, amiche ed amici per ricordare qualcosa di nuovo che resterà per sempre con loro - mantra: la felicità è anche una scelta. Oggi, qui, abbiamo scelto tuttə :)